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Ma le aziende italiane sul web sono “Mobile Friendly” come chiede Google?

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Con l’avvento del Responsive Design sembrava che ottimizzare un sito aziendale, il corporate si chiamava prima, per la navigazione web da smartphone e tablet era una cosa semplice. Invece, si scopre che era troppo facile in questo modo. Il responsive design è anche denominato “adaptive”, cioè si adatta al display in cui viene letto. Se questa è certamente una grande “innovazione” è anche vero che nell’adattarsi è molto probabile che, o verso il grande o verso il piccolo, qualcosa ad un certo punto si perda. Questo deve far pensare che rispondere con il responsive alla grande richiesta che ha fatto Google, nel corso degli ultimi tempi, non è più sufficiente per considerare una società realmente “mobile friendly”.

Ecco la situazione delle aziende italiane che viene fuori attraverso uno studio effettuato da Sitochevende, che può considerarsi una discreta lettura su un campione di aziende italiane e di quanto esse siano veramente “mobile friendly”.

Sgombriamo il campo da diverse concezioni e diciamo subito che per noi essere mobile friendly significa dare una ottimale (o almeno sufficiente) ottimizzazione del sito in senso di “usabilità” da qualsiasi device, a cui, però, va aggiunta una considerazione ulteriore. Usabilità significa attivare tutti gli accorgimenti tecnici e comunicativi indispensabili per avviare una strategia Mobile che abbia senso. Completezza di informazioni e logiche marketing che comunichino i contenuti del sito. Questo è il nostro concetto di usabilità.

Lo studio realizzato da Sitochevende ci mostra che su un campione costituito da 384 siti web di società del nostro Paese presenti in prima pagina Google, solo il 17% contiene titoli in home page davvero efficaci per i diversi business rappresentati, sia in termini di chiarezza comunicativa, sia per scelte che differenziano dai competitor. Queste aziende hanno molte difficoltà a coinvolgere gli utenti, poiché veicolano messaggi poco interessanti o forniscono informazioni utili con modalità poco accattivanti, o quanto meno inutili, quando ci si approccia in mobile. Grave è il dato relativo al mobile friendly tout court: addirittura il 37% dei portali web oggetto d’analisi non offre una struttura ottimizzata per la navigazione da smartphone e tablet.

Quello che si nota maggiormente da questo studio, comunque, non è tanto l’incapacità tecnica di adeguarsi alle richieste di Google, ma quanto l’assenza – la totale assenza – di una benché minima strategia di posizionamento, di accompagnamento dell’utente al suo viaggio di acquisto. Sia che si tratti di consumatore, sia che si tratti di aziende B2B, risulta chiaro il fatto che i contenuti, le modalità di fruizione, le azioni richieste (call to action) non sono pensate e progettate per accompagnare l’utenza verso il viaggio di acquisto.

Pochissime presentano la logica di “iscriviti alla newsletter” e di queste ancora meno incorniciano tale richiesta dentro una precisa strategia di scambio necessaria in questo genere di call to action.

La nostra suite SynApp ha ovviamente tutte le risorse tecniche, per garantire l’assoluta adattabilità dei contenuti ai diversi device. Tutti i temi previsti, di cui una massima parte gratuiti, garantiscono il massimo del Responsive Design. Resta il fatto che occorre sempre definire un sistema di accompagnamento alla fruibilità dell’utente partendo soprattutto dal mobile e su di esso poi pensare lo sviluppo per device più grandi. Quello che stiamo affermando è di mettere in atto il famoso principio “Mobile First” non arrivando però ad una doppia costruzione del sito nella sua versione mobile staccata totalmente da quella responsive.

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