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Il SEO non è morto. Viva il SEO

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Partiamo da dati certi, riferiti a normali abitudini quotidiane che facciamo su un motore di ricerca: scrivo nel campo dedicato “bici elettriche Palermo” ed il motore mi risponde con un layout fatto da testi e grafica che, tecnicamente, si chiama SERP (Search Engine Results Page – “pagina dei risultati del motore di ricerca”).
Se questa ricerca la effettuate voi, nel vostro PC, la risposta non è assolutamente la stessa, anzi quasi sicuramente, è diversa rispetto alla mia.

Quindi i risultati delle ricerche, stanno perdendo la propria valenza assoluta. Questo, detto in altro modo, significa che ogni utente vede risultati diversi per le stesse ricerche, perché può:

  • decidere autonomamente cosa escludere dai propri risultati, bloccando definitivamente i siti indesiderati anche quando semplicemente di scarso interesse;
  • visualizzare facilmente eventuali risultati che sono stati promossi da qualche utente delle nostre cerchie, ad esempio se siamo su Google con l’account di G+(+1);
  • segnalare i siti che siano potenziale spam, il che si aggiunge al lavoro di quality rating umano su cui, ad esempio, Google sta puntando da qualche anno.
    È il web attorno a noi!

Questo, insieme alle tante novità che i motori di ricerca portano continuamente (come fece Google nel 2015), fa sempre di più intuire quello che tutti diciamo spesso solo a parole: “l’utente è al centro dell’universo”.
Google, ad esempio, con l’algoritmo di ricerca presentato nel 2013 e conosciuto con il nome di Hummingbird ha cercato di soddisfare sempre più la ricerca dell’utente. I termini pertinenza e correlazione, sono nati in quel momento. L’interazione maggiore, la connessione tra gli utenti, sono la chiave di questo nuovo algoritmo di Google, il cui risultato è una SERP più piena con delle pagine che abbiano la capacità di soddisfare l’utente, in base alla qualità dei contenuti, alla geolocalizzazione ed alle preferenze ed i suggerimenti dei collegamenti sociali. Questa cosa ha stravolto tutto, perché anche se qualche guru vi dirà che è riuscito a definire un segreto metodo per fregare il motore di ricerca e farvi arrivare sempre in prima pagina, anche quando non c’azzecchiamo nulla con la ricerca effettuata, gli utenti finirebbero per punirci lo stesso e saremo punto e a capo.

Quindi, il SEO (Search Engine Optimization – “ottimizzazione per i motori di ricerca”) non è affatto morto, anzi. Oggi è solo diventato più complicato ed essendo più complicato, vuol dire che a stessi obiettivi corrispondono tempo di lavorazione e, soprattutto, preparazione professionale, diversi. Perché?
Perché come dicevamo, i siti web che funzionano sono quelli molto utili agli utenti. Proprio l’interpretazione di “molto utili” è il segreto del SEO. Non è solo un fatto di qualità, perché se tutto quanto sul web fosse di qualità, su quali parametri i motori di ricerca dovrebbero scegliere la posizione? Ma è certamente un fatto di qualità dove il termine corrisponde ad una valutazione e ad un giudizio soggettivo. Immaginare, studiare e definire quali sono gli elementi comuni che a più utenti della stessa “famiglia” fanno dire che qualcosa “è utile e, quindi, di qualità” è molto difficile se non dispendioso. Trovare clienti che riconoscano questa necessaria professionalità è complicato perché spesso difficile da spiegare. Ma questa è la strada maestra. Tutto il resto è fuffa!
Ecco perché in termini SEO (al netto delle brutture ancora oggi possibili sulla struttura del sito web) l’utente diventa il centro su cui costruire l’ottimizzazione.

Vi lasciamo con un’ultima considerazione. I motori di ricerca quando nacquero, avevano un criterio di inserimento delle parole da ricerca identico a quello di adesso. Non è mica cambiato Google da questo punto di vista. Ovviamente è cambiato il sistema di risposta ma, soprattutto, è cambiato il nostro modo di interagire. Prima inserivamo parole in stile robot, dovevamo cercare scarpe per calcetto e si scriveva: scarpe calcetto palermo. Mentre oggi scriviamo una precisa domanda come se l’interlocutore fosse umano: “dove trovo in vendita scarpe per calcetto a Palermo”. 
Siamo cambiati noi utenti, è cambiato il web e deve, per forza, cambiare il SEO.

TAG: google SEM SEO

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