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Caro imprenditore, un acquisto non è più un semplice acquisto.

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Cari amici imprenditori, vi sarete accorti anche voi che negli ultimi tempi sono veramente tante le campagne di comunicazione che ci invitano a “Comprare in Prossimità” (nel negozio sotto casa per intenderci). E vi sarete pure accorti che molte puntano, più o meno, sulla solidarietà (ad esempio, “aiutiamo chi ha subito il lockdown” etc.).  

Anche questa estate, il tam tam social mediatico sul “Turismo di prossimità” è stato vasto, ma poi ad agosto, eravamo tutti sparsi tra Grecia, Malta e Croazia, luoghi sicuramente fantastici, ma poco prossimi territorialmente con i nostri. 

Il fatto è che le persone, in generale, sono poco attratte dalle considerazioni “sentimentali” dell’economia. Se devono scegliere dove rilassarsi, o che abito comprare, o dove andare ad acquistare ciò che desiderano, scelgono liberamente la condizione migliore per sentirsi soddisfatti.  E queste condizioni possono essere il prezzo, il brand, può essere la facilità di trovare parcheggio vicino al negozio; può essere la semplicità di effettuare un’ordine dal sito web, oppure ritirare il pacco “pronto al banco” dopo aver scelto e acquistato online. Possono essere tante piccole cose messe insieme, ma non certamente la “solidarietà di prossimità”.

Prendiamo spunto dagli ultimi dati dell’Osservatorio Multicanalità 2020 che evidenziano come uno degli effetti del Covid sia la frammentazione delle esperienze di acquisto, in un’ottica sempre più multicanale. L’80% dei consumatori conosce, si informa e decide passando da diversi touchpoint digitali per poi concludere l’acquisto online o quando possibile, nel luogo fisico sotto casa.

Il vero problema che emerge dalla ricerca è che solo il 6% delle aziende italiane sta utilizzando un approccio integrato che unisce digitale e ordinaria attività. E soprattutto, la maggior parte continua ad utilizzare un approccio unico, qualunque sia il comportamento e l’esperienza digitale del potenziale cliente. In Sicilia poi, e ve lo diciamo noi che conosciamo bene l’operato delle aziende locali, questo 6% è quanto meno dimezzato: sono pochissime le aziende, gli artigiani, i negozi che hanno una presenza online di supporto all’offline

Insomma, le aziende di “prossimità” dovrebbero darsi da fare e offrire “servizi digitali” utili alla gente!  I consumatori vogliono acquistare in assoluto relax.  Ad oggi, resi, recessi, ritiro in sede, consegna a domicilio, assistenza, etc sono la base per potere “stare” sul mercato. La prossimità non salverà le nostre aziende, specialmente in Sicilia. Il digitale, invece, sarà il nostro rinascimento, purché si dia un senso alle cose, agli oggetti, ai servizi offerti. Sappiate che  un acquisto non è più un semplice e solo acquisto.  

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