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Autodiagnosi dei tuoi social: 3 Regole per misurarne l’efficacia

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Che stia gestendo tu i social account aziendali, che lo faccia il cugino del vicino di ufficio o un Social Media Manager professionista, ad un certo punto (o, meglio, ciclicamente) è importante rispondere ad un importante quesito: ma lo stiamo facendo bene o male questo lavoro?
Se è di fondamentale importanza avere degli obiettivi concreti e una Social Media Strategy – e confrontarsi prima di tutto con questi -, è anche vero che ci sono dei segnali che ti comunicano un messaggio univoco: lo stai facendo nel modo sbagliato (o te lo stanno facendo nel modo sbagliato*).

 

Già, ma quali sono questi segnali?

1. Nessuno ti considera: il tuo Social Account è il Re della tristezza e della solitudine!
Che si tratti di Facebook, Twitter, Google Plus o Instagram, se nessuno interagisce con ciò che scrivi, significa che c’è qualcosa che non va e non c’è niente di peggio che atterrare su un Social Account Aziendale e vedere che non c’è nessuno o pochissime persone interessate a ciò che ha da dire.
In questi casi il problema può dipendere da due fattori: ti stai rivolgendo alle persone sbagliate (i tuoi fan/follower non sono minimamente interessati a ciò che racconti) o stai dando i contenuti sbagliati (in termini di temi, formati, tempi e modalità comunicative) o, peggio, entrambi. In ogni caso, c’è da rivedere totalmente la strategia con la quale abiti questi spazi!

2. Tante chiacchiere ma… zero azioni rilevanti
Magari la tua Pagina Facebook straborda di “mi piace”, il tuo account Twitter di “preferiti” , ma di azioni rilevanti per il tuo brand (come, ad esempio, traffico al sito web, richieste di informazioni, iscrizioni alla newsletter, acquisti) vi è poca o per niente traccia.
Ricordati che i Social Network sono e devono essere un’opportunità di business, in qualsiasi modo questa parola si declini per i tuoi obiettivi, identità e strategia globale e di certo un pugno di like, 1000 commenti e un miliardo di condivisioni hanno ben poco valore se non si trasformano in azioni rilevanti per i tuoi obiettivi specifici.
Viceversa, staremo tutti, tutto il giorno, a condividere foto di gattini, aforismi, barzellette e facce buffe di bambini. Sai quanti like e condivisioni prenderemmo? Ma poi, in un’ottica di business, cosa ce ne potremmo fare?

3. Commenti e feedback negativi continui
Se già la totale indifferenza rispetto a ciò che pubblichi è, di per sé, un feedback tutt’altro che positivo, ci sono altre azioni che gli utenti svolgono da tenere costantemente sott’occhio e che ti dimostrano inequivocabilmente che lo stai facendo nella maniera sbagliata.
Azioni come il “non mi piace più”, il defollowing in generale, il “nascondi post” e le segnalazioni per spam ti forniscono un messaggio a chiare lettere: no, quello che fai non va bene, ma talmente tanto che non voglio più saperne di ciò che dici o, peggio, lo segnalo per quanto non mi piace.
Devi quotidianamente monitorare questa tipologia di feedback (diversi per ogni social network) e non fermarti solo ai plausi e ai feedback positivi; se gratti sotto la patina delle azioni evidenti, potresti scoprire che i tuoi post, magari, per ogni 2 persone a cui piacciono, ne irritano 4… ed è forse il caso di cambiare strategia!

#Gliscotips: Non è facile avere una fan/follower base costantemente interessata ed attiva in ottica di business, richiede tempo, professionalità, costanza e competenza, ma queste qualità messe insieme possono fare del Social Network che abiti una risorsa imprescindibile per il tuo brand!

*in questo caso le ipotesi potrebbero essere due: o siamo di fronte a un Social Media Marketer Cialtrone oppure il povero professionista (che non è un mago!) non è stato messo in condizioni di lavorare come si deve.

[Fonte: Gliscomarketing.com]

Se aggiungi altre due regole a quelle fin qui dette, raggiungi l’ottimo. Scopri di più compilando il form con i tuoi dati, avrai gratis regole e consigli da un nostro esperto.

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